Si è conclusa da un anno la realizzazione del Meret Oppenheim Hochhaus, l’edificio progettato dallo studio Herzog & De Meuron a Basilea, in Svizzera. La costruzione si inserisce nel complesso di Südpark, di proprietà della compagnia ferroviaria nazionale SBB, un’area precedentemente sottoutilizzata il cui processo di rifunzionalizzazione ha rappresentato una duplice occasione di rigenerazione e di densificazione urbana. L’area di intervento costituisce il margine nord attraverso cui il denso quartiere di Gundeldinger si relaziona con la principale stazione ferroviaria della città. Una duplice finalità programmatica ha guidato il progetto: da una parte, la volontà di insediare un ampio numero di persone e funzioni in unico organismo architettonico, autonomo per dimensione e concezione; dall’altra, la volontà di connotare fortemente il paesaggio urbano segnalando la presenza di un importante luogo di accesso alla città e nodo di scambio. Il risultato è un oggetto fuori scala rispetto al tessuto circostante, che non esita a dichiarare la propria individualità formale rispetto ad un contesto con cui si relaziona per contrasto. L’eterogeneità delle singole componenti dell’edificio, che si presenta come una sommatoria di volumi impilati, mira alla smaterializzazione dell’imponente massa architettonica e riflette il programma: un edificio ad uso misto i cui differenti volumi ospitano diverse funzioni specifiche. Nell’attacco a terra, la caffetteria e il ristorante ricercano una continuità con lo spazio pubblico. I primi cinque piani sono dedicati agli uffici, adeguatamente illuminati grazie alla luce zenitale che penetra da uno svuotamento centrale del corpo di fabbrica. I piani superiori, dedicati alle residenze, sono accessibili al piano terra da una zona indipendente. La modalità aggregativa apparentemente casuale dei blocchi e lo scarto tra i volumi sovrapposti ha consentito di generare grandi piazze coperte sospese e spazi a cielo aperto a servizio degli alloggi. L’involucro caratterizza fortemente l’edificio, rivestito da una doppia pelle. Un sistema di elementi frangisole scorrevoli ne costituisce infatti la corazza metallica dietro la quale uno spazio filtro tra interno ed esterno conferisce profondità alla facciata. Gli stessi scintillanti brise-soleil, oltre a generare un accentuato dinamismo d’insieme, inquadrano e connotano fortemente le ampie visuali dagli ambienti residenziali e lavorativi, rendendo possibile la comprensione del carattere delle facciate anche dall’interno. Il progetto costituisce un’interessante tentativo di dare forma a complessità di programmi, densità abitativa e mixitè funzionale attraverso un’originale ibridazione tipologica. Tuttavia, trasparenza e flessibilità dell’involucro non sembrano essere caratteristiche sufficienti a contrastare l’imponenza dell’edificio ed a garantire continuità con un contesto fortemente caratterizzato.

Torre residenziale a Basilea, Svizzera / Magliacani, Flavia. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - 472:(2020), pp. 86-93.

Torre residenziale a Basilea, Svizzera

Flavia Magliacani
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2020

Abstract

Si è conclusa da un anno la realizzazione del Meret Oppenheim Hochhaus, l’edificio progettato dallo studio Herzog & De Meuron a Basilea, in Svizzera. La costruzione si inserisce nel complesso di Südpark, di proprietà della compagnia ferroviaria nazionale SBB, un’area precedentemente sottoutilizzata il cui processo di rifunzionalizzazione ha rappresentato una duplice occasione di rigenerazione e di densificazione urbana. L’area di intervento costituisce il margine nord attraverso cui il denso quartiere di Gundeldinger si relaziona con la principale stazione ferroviaria della città. Una duplice finalità programmatica ha guidato il progetto: da una parte, la volontà di insediare un ampio numero di persone e funzioni in unico organismo architettonico, autonomo per dimensione e concezione; dall’altra, la volontà di connotare fortemente il paesaggio urbano segnalando la presenza di un importante luogo di accesso alla città e nodo di scambio. Il risultato è un oggetto fuori scala rispetto al tessuto circostante, che non esita a dichiarare la propria individualità formale rispetto ad un contesto con cui si relaziona per contrasto. L’eterogeneità delle singole componenti dell’edificio, che si presenta come una sommatoria di volumi impilati, mira alla smaterializzazione dell’imponente massa architettonica e riflette il programma: un edificio ad uso misto i cui differenti volumi ospitano diverse funzioni specifiche. Nell’attacco a terra, la caffetteria e il ristorante ricercano una continuità con lo spazio pubblico. I primi cinque piani sono dedicati agli uffici, adeguatamente illuminati grazie alla luce zenitale che penetra da uno svuotamento centrale del corpo di fabbrica. I piani superiori, dedicati alle residenze, sono accessibili al piano terra da una zona indipendente. La modalità aggregativa apparentemente casuale dei blocchi e lo scarto tra i volumi sovrapposti ha consentito di generare grandi piazze coperte sospese e spazi a cielo aperto a servizio degli alloggi. L’involucro caratterizza fortemente l’edificio, rivestito da una doppia pelle. Un sistema di elementi frangisole scorrevoli ne costituisce infatti la corazza metallica dietro la quale uno spazio filtro tra interno ed esterno conferisce profondità alla facciata. Gli stessi scintillanti brise-soleil, oltre a generare un accentuato dinamismo d’insieme, inquadrano e connotano fortemente le ampie visuali dagli ambienti residenziali e lavorativi, rendendo possibile la comprensione del carattere delle facciate anche dall’interno. Il progetto costituisce un’interessante tentativo di dare forma a complessità di programmi, densità abitativa e mixitè funzionale attraverso un’originale ibridazione tipologica. Tuttavia, trasparenza e flessibilità dell’involucro non sembrano essere caratteristiche sufficienti a contrastare l’imponenza dell’edificio ed a garantire continuità con un contesto fortemente caratterizzato.
2020
densità; housing; architettura; rigenerazione urbana; complessità; torri; verticalismo; flessibilità; dinamismo; doppio involucro
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Torre residenziale a Basilea, Svizzera / Magliacani, Flavia. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - 472:(2020), pp. 86-93.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Magliacani_Basilea_2020.pdf

solo gestori archivio

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 1.77 MB
Formato Adobe PDF
1.77 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1403037
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact